Tele storiche rappresentative di Postriboli
I bordelli come tutti sanno, esistevano già dall’antichità e grazie
all'arte pittorica, noi oggi possiamo avere un'idea precisa di come
erano, ma soprattutto dei pensieri esistenti riguardanti tali posti.
Gli
artisti di Pompei raffigurarono nei loro celebri affreschi i “lupanari”
(come venivano chiamate nell’antica Roma le case di piacere) e tali
immagini pittoriche, ci descrivono con inequivocabile chiarezza quanto
vi accadeva dentro nonché come i romani fossero aperti a ogni esperienza
sessuale.
Dopo il clima politico molto rigido del Medioevo, questi
luoghi di piacere riapparvero in pittura nel 1500, quando un anonimo
pittore olandese soprannominato “Brunswick Monogrammist”, realizzò dei
dipinti aventi per soggetto le "case chiuse". Egli fu considerato il più
importante precursore di Pieter Bruegel il Vecchio e venne parzialmente
identificato per via di alcune lettere dipinte su un quadro intitolato:
“Parabola della grande cena” che si trova nel Herzog Anton Ulrich
Museum di Brunswick (da qui il soprannome Monogrammista di Brunswick).
Dopo di lui altri pittori fiamminghi e olandesi più liberi di esprimere i
pensieri in arte in quanto protestanti, dipinsero i bordelli dei loro
paesi, tra cui vi fu: Joachim Beuckelaer (1533-1574), Frans van Mieris
il Vecchio (1635-1681), Knupfer Nicolaus (1609-1655), Andries Both
(1612-1642) e Pietersz Cornelis Bega (1631/32 -1664), nipote del celebre
pittore Cornelis van Haarlem.
Come le taverne, i bordelli
offrivano ai viaggiatori e ai viandanti della birra, del vino e del cibo
con in più il servizio di donnine disponibili a qualsiasi loro
esigenza. Da quanto risulta dai dipinti erano ambienti carichi di ebbra
allegria che non lasciava dubbi sulle attività di piacere svolte al loro
interno.
In Inghilterra il pittore settecentesco William Hogarth
(1697-1764) creò una scena pittorica con soggetto il bordello tanto
piccante da destare molto scandalo a Londra. Per tutta la vita questo
artista si oppose al degrado della società londinese mettendo senza
pietà in ridicolo le abitudini della nobiltà e dei ricchi borghesi.
Sempre
nel diciottesimo secolo un altro inglese Julius Caesar Ibbetson (1759
-1817) ritrasse dei marinai intenti a far festa in un bordello dove si
suonava e ballava. La scena qui è più moderata rispetto a quella di
Hogarth: le fanciulle sono ben vestite e non c’è una particolare
smodatezza, solo alcuni uomini ubriachi a terra.
Anche Vincent Van
Gogh (1853-1890) dipinse un bordello del suo tempo, dove però, non viene
mostrata alcuna allegria smodata o particolari eccessi: tutto nel suo
quadro è piuttosto statico e velato di tristezza nello stile tipico
delle sue creazioni artistiche.
Henri de Toulouse-Lautrec
(1864-1901) dipinse numerose scene del Moulin Rouge e delle sue
“ballerine”. Egli non ricevendo altre commissioni, si era adattato a
disegnare i manifesti del locale nel secolo XIX considerato il più
malfamato di Parigi e grazie alla sua bravura, collaborò a renderlo
famoso quale è oggi. I suoi manifesti sono di alta qualità artristica e
ci mostrano la grande voglia di divertimento della classe borghese
francese di fine Ottocento.