"TELE LUSSURIOSE"
In questo numero affrontiamo non un singolo pittore ma una carrellata di quandri a tematica erotica...
Buona visione e mi raccomando non fatevi cogliere dalla sindrome di Stendhal...risparmiate gli orgasmi per altri piacevoli contesti....
I rapporti tra uomini e donne erano interpretati nell’antica Grecia sempre dagli dèi che possedevano tutte le caratteristiche degli umani mortali.
Noi sappiamo che il tradimento coniugale era ampiamente praticato da come si scriveva e raffigurava la dea dell’amore Afrodite-Venere, la quale seppure sposata ad Efesto-Vulcano, lo tradiva tranquillamente con Marte, Adone o altri dei come Hrmes-Mercurio, da cui generò Eros-Amore, il suo figlioletto più famoso. Se i greci tennero comunque un atteggiamento di disprezzo verso i tradimenti amorosi, i romani furono assai più tolleranti come dimostrano alcune raffigurazioni di Baccanali a Pompei e Ercolano. Nel medioevo a parlarci di rapporti delle coppie sono solo i dipinti delle miniature, dove spesso appaiono uomini e donne che amoreggiano o si muovono nelle fantasticherie della letteratura cavalleresca.
Con il recupero della letteratura antica da parte degli umanisti guidati da Francesco Petrarca, nel Rinascimento riappaiono in pittura storie di grandi amori e grandi tradimenti, raffigurati ancora da figure mitologiche a cui viene dato il compito di mediare il concetto cristiano che mette in guardia contro i pericoli della passionalità sfrenata. Nel Settecento la sensualità femminile verrà esaltata nella corente pittorica del Roccocò e ci parlerà di rapporti di coppia dove le donne cercano di incarnare i sogni proibiti degli uomini. Nell’Ottocento l’avvento del Romanticismo ci racconta con numerosi quadri di sentimenti profondi e spesso troppo idealizzati tra uomini e donne che imitano quelli narrati dalla letteratura del tempo. La ricerca di una maggiore libertà sessuale tra coppie, verrà ampiamente raffigurata dai pittori novecenteschi con dipinti.considerati dai benpensanti all’inizio scandalosi, ma che riusciranno comunque a promuovere un nuovo modo di gestire i rapporti amorosi, tenuti in passato sotto controllo più dalle idee della società che non dai diretti interassati.
Tra le immagini più erotiche dell’arte ci sono i gruppi di dèi, ninfe e personaggi mitologici vari semi-nudi tra altri vestiti. E’ questo un genere pittorico iniziato nell’antichità e ripreso a fine Quattrocento da Isabella d’Este, la quale commissionò al Mantegna il “Parnaso” per ammonire il marito Francesco Gonzaga contro il peccato del tradimento. Suo fratello Alfonso d’Este, amò come lei l’idea di mandare messaggi attraverso quadri (in particolar modo alle amanti) e nel suo Camerino, vi erano quadri come ad esempio i “Baccanali” di Tiziano e il “Festino degli dei” di Giovanni Bellini con numerose figure le cui storie tratte dalla letteratura classica, presentavano evidenti interpretazioni personali, ora a noi di difficile comprensione. La grande esplosione della pittura con
gruppi di persone vestite e svestite, si vide però nel Settecento nei dipinti Rococò. In questo periodo i giochi amorosi tra nobili amanti produssero moltissimi quadri con deliziose storielle che divertivano le loro parecchie ore di ozio. Nell’Ottocento questo tipo di immagini pittoriche divennero ancora più sensuali, ma sparirono dalle raffigurazioni i messaggi privati e i pittori dipingeranno seguendo solo l’istinto della loro fantasia