Editoriale: Sessualità nell'antico Egitto

Sessualità nell'antico Egitto

 

L’immagine che ci è stata tramandata degli Egizi è sempre stata molto inquadrata: si pensa a loro impegnati nel culto dei morti, molto austeri e proiettati verso l’aldilà. Mai nessuno avrà pensato a come affrontavano il tema del sesso al tempo dei faraoni no?! Eppure è sorprendente il risultato di uno studio su questo tema; un documento eccezionale, conservato al Museo Egizio di Torino dimostra che per gli Egizi il sesso era molto disinibito, senza tabù. l papiro illustrato del XII secolo a.C. mostra, senza imbarazzo, alcune situazioni erotiche. In una di queste raffigurazioni vi è l’incontro tra una cortigiana e un contadino in una casa di piacere dell’antico Egitto.

Lei indossa solo una parrucca e un fiore di loto inserito tra i capelli, lui è calvo, completamente nudo, già di una certa età. E le loro ‘acrobazie sessuali’ farebbero arrossire chiunque! Questo fa pensare che gli egiziani vivevano il sesso in modo libero, senza
costrizioni nè inibizioni.


Altri ritrovamenti di graffiti pornografici a Deir el-Bahari vicino alla Valle dei Re ed a Uadi Hammamat hanno messo in evidenza altri aspetti più a luci rosse. La posizione preferita dagli Egizi era quella ‘da dietro’ o la classica del ‘missionario’, scelte più che altro per comodità perchè il letto fu inventato molti secoli dopo. Eccezionale la scoperta degli egittologhi sulla sapienza degli egizi in fatto di contraccezione: intestini di animali, oliati e profumati, e ‘cappucci’ di lino ricamato fungevano da preservativi maschili, mentre il papiro medico Ebers (datato 1550 a.C circa) descrive il primo contraccettivo femminile a barriera formato da un tampone di lana imbevuto di miele, succo di dattero e petali di acacia. La funzione della fermentazione dell’acacia era quella di produrre un acido lattico che creava un ambiente sfavorevole agli spermatozoi.

 

Per l’egittologo F. Tiradritti, gli Egiziani erano un popolo pragmatico, realista e amante della vita e l’atto sessuale era la cosa più naturale del mondo: teniamo anche conto che le donne di quell’epoca erano emancipate, potevano divorziare o gestire delle eredità, avevano garanzie e diritti, quindi culturalmente e moralmente vivevano l’eros in modo
sereno e senza imbarazzi alcuni.
Generalmente i rari ritrovamenti di atti sessuali espliciti non sono stati esposti al pubblico per pudore, ma il papiro di Torino è estremamente realistico e non si può continuare a pensare che gli antichi egiziani
vivessero il momento di appagamento carnale in modo torbido o nascosto.
Da alcuni ritrovamenti di immagini, nelle tombe private tebane nel tempio di Luxor o in quella di uno scriba vissuto al tempio di Thutmosi, è recente l’ipotesi che all’epoca dei faraoni fosse in voga lo striptease: per gli egizi non vi era nessun tabù verso la nudità, e le donne nell’antico Egitto indossavano abiti trasparenti o erano completamente nude.
L’ideale erotico egizio, secondo il papiro Cheaster Betty I era compreso da ‘pelle luminosa e perfetta, labbra morbide e dolci, occhi sensuali, collo sottile e corpo splendente

Per poter affascinare il partner gli egizi si rivolgevano a pozioni a base di erbe come la lattuga, che ritenevano un afrodisiaco potente, e quella a base di cipolla (vietata ai sacerdoti che avevano fatto voto di castità per non essere indotti in tentazione).
Altri ingredienti ritenuti afrodisiaci erano attribuiti al melograno, al giglio d’acqua, al finocchio e allo zenzero, mentre ricette più comuni erano a base di vino al coriandolo e ravanelli mischiati al miele.

In un papiro Ramesseo del 1700 a.C viene descritta una ricetta che veniva utilizzava per risollevare la virilità maschile < pesta foglie di giuggiolo e di acacia nel miele e applica l’impiastro> oppure altre due prescrizioni erotiche contenute nel papiro Magico di Londra e Leida dicono oppure questa molto particolare ma non si sa quanto efficace .

L’erotismo sfrenato degli Egizi però si estendeva anche nell’aldilà; per loro era importante, ed era il miglior augurio possibile, che il defuno potesse svegliarsi dopo la morte e dimostrarsi ancora fertile,
trascorrendo la vita ultraterrena tra donne, danze e musica. E questo concetto era ulteriormente avallato dalla presenza di figure di bambini perchè la maternità per gli Egizi era la fase conclusiva dell’amore.
Sul fronte dei comportamenti sessuali puniti nell’antico Egitto i divieti erano pochi: difficile dimostrare per quell’epoca, che si potesse praticare la pedofilia, la prostituzione, l’attrazione sessuale per un cadavere o per un animale...
Erano invece puniti severamente l’adulterio o la fornicazione con persone regolarmente sposate. Se l’adultera era una donna, questa perdeva ogni diritto patrimoniale acquisito con il matrimonio e rischiava pene severissime dal taglio del naso e delle orecchie sino ai lavori forzati. Se l’adultero era il marito la moglie poteva chiedere il divorzio e ottenere un risarcimento dal marito infedele, che, in alcuni casi, secondo lo storico Diodoro Siculo, rischiava anche l’evirazione.

I tentativi di controllare le nascite erano ampiamente diffusi nell’antico Egitto, come testimoniano alcuni documenti. Tra questi, un un papiro del 1850 a.C. circa, in cui vengono descritti delle specie di diaframmi fatti di gomma arabica, che ha effettivamente delle qualità spermicide. Il papiro parla anche di una miscela di miele e carbonato di sodio che veniva applicata all’interno della vagina, e di un altro tipo di diaframma fatto di sterco di coccodrillo. Sempre in Egitto sono stati ritrovati degli antichi disegni che raffigurano uomini con indosso capsule simili a preservativi, ma non è chiaro se questi venissero usati come contraccettivi o decorazioni cerimoniali.
I tentativi di controllare le nascite erano ampiamente diffusi nell’antico Egitto, come testimoniano alcuni documenti. Tra questi, un un papiro del 1850 a.C. circa, in cui vengono descritti delle specie di diaframmi fatti di gomma arabica, che ha effettivamente delle qualità spermicide. Il papiro parla anche di una miscela di miele e carbonato di sodio che veniva applicata all’interno della vagina, e di un altro tipo di diaframma fatto di sterco di coccodrillo. Sempre in Egitto sono stati ritrovati degli antichi disegni che raffigurano uomini con indosso capsule simili a preservativi, ma non è chiaro se questi venissero usati come contraccettivi o decorazioni cerimoniali.

 

  

 

 

 

 


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